Di seguito riportiamo alcuni punti salienti della puntata. Puoi ascoltare la versione integrale sulla tua piattaforma preferita (Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts, Stitcher) o direttamente dal sito web di Lyxor ETF:
Libby: Rob, questo è un settore completamente nuovo per me — anzi, direi che è un mondo completamente nuovo. Mi puoi spiegare brevemente a che punto siamo nella cosiddetta Quarta rivoluzione industriale, o Industria 4.0, e se e in che modo la pandemia ha influito sull'evoluzione di questo settore?
Rob: I nomi per descrivere il fenomeno abbondano, ma si tratta essenzialmente della digitalizzazione della manifattura, un trend in atto da diversi anni. Esistono due spinte chiave: una è il "front end", ossia il commercio elettronico e l'utilizzo di internet per le transazioni tra imprese, l'altra è il "back end", che riguarda la trasformazione del processo manifatturiero e l'integrazione delle tecnologie internet e dei dispositivi IoT [internet delle cose] lungo l'intero processo di produzione e in altre aree della rete per acquisire dati – chiamati anche "big data" per via dell'enorme quantità di dati disponibili – e l'incorporazione di quanto appreso strada facendo in modo tale da trasformare il modo in cui produciamo grazie a questo sistema più intelligente.
Hai menzionato la pandemia e le sue ripercussioni. Io credo che abbia inferto alle catene produttive lo shock più forte mai registrato nell'arco di una generazione. Sul versante "front end", l'impatto principale è stata la crescita esponenziale dell'uso B2B [business to business] dell'e-commerce. Secondo McKinsey il tasso di adozione è accelerato di 3-4 anni rispetto al trend storico.
Bjoern, Protolabs che ruolo ha in tutto questo?
Bjoern: Protolabs fa esattamente quello di cui ha parlato Robert: digitalizza il front end e il processo manifatturiero a monte. L'idea risale a 20 anni fa, e consiste nel cercare di migliorare la velocità del processo con cui progettiamo e produciamo una componente. Per farlo, bisogna digitalizzare il processo: non solo quello manifatturiero ma anche e innanzitutto quello di progettazione. È questa la base del nostro approccio nonché la traiettoria che seguiamo da oltre 20 anni.
Rob: Se posso aggiungere una cosa, Protolabs è stata una vera pioniera nel settore del digitale. Come ha detto Bjoern, la società è stata fondata due decenni fa con l'obiettivo di produrre stampi a iniezione e parti stampate nel giro di qualche giorno e di offrirli ai settori della prototipazione e dell'ingegneria. Ma, per farlo, abbiamo reinventato il processo di produzione, coniugando il processo fisico con le tecnologie software e internet, all'epoca nuovissime, e automatizzando la procedura per arrivare molto velocemente – nel giro di un solo giorno – da un file CAD [il modello che i progettisti trasformano nella parte di cui hanno bisogno] alla produzione dei primi componenti, eliminando moltissimi scarti.
Rob, ci puoi spiegare in che modo Protolabs usa tecnologie quali la lavorazione CNC, la stampa 3D, la produzione di lamiere e il tradizionale stampaggio a iniezione? Puoi parlarci un po' di questi servizi e dei rispettivi segmenti di clientela?
Rob: Offriamo componenti plastici e metallici a un'ampia gamma di clienti: OEM [costruttori di apparecchiature originali], fabbriche e aziende che realizzano i prodotti finali. Durante l'intero ciclo di produzione, queste aziende hanno bisogno di testare, validare, prototipare e quindi produrre beni di ogni sorta.
Il settore per noi più importante è quello dei dispositivi medici, in quanto realizziamo moltissimi prodotti che finiscono nella produzione di queste attrezzature. Altri segmenti chiave sono l'aerospazio, le auto, l'informatica e le apparecchiature industriali. Tra i nostri clienti ci sono ad esempio aziende che lanciano satelliti nell'orbita spaziale, quelle che producono veicoli elettrici e droni, e società che realizzano progetti di elettronica per computer, caschi per la realtà virtuale e dispositivi medici di tutti i tipi, compresi alcuni dispositivi impiantabili. Durante la pandemia di Covid-19 abbiamo realizzato più di 20 milioni di componenti per contrastare il virus, dai kit per i tamponi fino ai ventilatori, ai respiratori e alle mascherine.
Puoi dirci qualcosa della stampa 3D e del suo profilo di sostenibilità? È un fattore di cui tenevate conto già prima o avete dovuto allinearvi in seguito?
Bjoern: Per noi la sostenibilità è estremamente importante. Ai nostri clienti offriamo velocità e scorte virtuali, il che significa componenti disponibili in tempi più brevi e prodotti con modalità digitali. Grazie alla fornitura più reattiva e flessibile delle parti, il cliente non deve stoccarle in loco, e ciò significa che può occupare meno spazio e ridurre il rischio di obsolescenza [delle scorte]. Ridurre la superficie significa ridurre la presenza [fisica] e dunque le emissioni di CO2.
Nel caso della produzione additiva, la stampa 3D è intrinsecamente digitale e consuma meno materiali per il modo in cui avviene (strato dopo strato). Questo risparmio di materiale riguarda anche i singoli componenti, che sono riutilizzabili o riciclabili. Pertanto, il consumo di energia e materiali è decisamente inferiore con la produzione additiva.
L'aerospazio è un caso esemplare. Gli ingegneri aerospaziali sono sempre in cerca di modi per ridurre il peso. Ecco un dato che mi piace citare: ogni chilogrammo di peso risparmiato per un oggetto volante come un aereo riduce le emissioni di CO2 di 25 tonnellate lungo il ciclo di vita. Non è poco. La stampa 3D consente ai progettisti di fare esattamente questo, e può arrivare a ridurre il peso del 55 per cento. Nel settore dell'aerospazio, cominciamo a vedere i primi componenti aerei in grado di ottenere questo obiettivo.
Bjoern, abbiamo parlato un po' del tipo di prodotti che realizzate e delle società con cui lavorate, ma quali sono i prodotti "di tendenza" nel 2021 su cui vi state concentrando in questo momento?
Siamo ovunque ci sia bisogno di velocità! Il succo è questo, credimi. Nel ramo automobilistico, ad esempio, ci concentriamo sui veicoli senza pilota ed elettrici. In questi segmenti il tempo di commercializzazione è cruciale. I rischi di progettazione sono rilevanti perché sono moltissime le tipologie di vetture attualmente al vaglio. Inoltre, stiamo per assistere a una certa volatilità della domanda perché l'impatto dei governi e dei sussidi pubblici per questi veicoli è notevole, il che accresce la domanda con una velocità difficile da gestire in termini produttivi.
Da recenti studi di mercato è inoltre emerso che non appena i veicoli elettrici raggiungeranno prezzi in linea con quelli delle auto con motori a combustione (un fenomeno in atto in tutta Europa) e la legislazione cambierà stabilendo ad esempio che entro il 2035 tutti i veicoli UE dovranno essere
elettrici e che quelli a combustione saranno vietati, il settore potrebbe registrare un'espansione di 20 volte entro il 2025.
Seguite il resto della conversazione collegandovi all'intero episodio di One Step Ahead.
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Gli ETF in evidenza
Al momento della registrazione di questo podcast, Protolabs era un titolo detenuto all’interno di Lyxor MSCI Disruptive Technology ESG Filtered (DR) UCITS ETF (ticker Bloomberg: UNIC) e di Lyxor MSCI Digital Economy ESG Filtered (DR) UCITS ETF (ticker: EBUY), entrambi conformi all’articolo 8 della normativa SFDR. Fa inoltre parte dell'indice replicato dal nostro Lyxor Robotics & AI UCITS ETF (ticker: ROAI).
Il report citato nel podcast dal titolo "In charge: Can Europe become a battery power in the electric age?" è disponibile sul sito web di Protolabs.
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